Le richieste per autori e lettori, di recensioni sono momentaneamente sospese.
Resto comunque a disposizione per richieste di affiliazioni o collaborazioni con blogger, case editrici e agenzie letterarie!

sabato 25 novembre 2017

Recensione «Il fato degli dei - Lacrime d'Ametista» di Donatella Perullo


«Non mi dirai come ti chiami, vero?» sussurrò aggrottando la fronte.
Lei rispose scuotendo il capo.
«Perché?» mugugnò cupo.
«Non posso spiegare neanche questo. Io non devo esistere per nessuno.»



Ciao a tutti miei cari Librosi lettori e bentornati.
Tranquilli, non sono sparita, e nonostante i numerosi impegni di lavoro (extra e non) nonché quelli quotidiani di casa, ultimamente sto riuscendo a riprendere in mano la situazione e a dedicare più tempo alla lettura. Anche perché rischierei una seria crisi di astinenza, diciamocelo! Ahahah!
Ebbene, eccomi di nuovo far capolino in Bottega con qualche nuova recensione, infatti oggi voglio proporvi un romanzo fantasy che forse non tutti conoscono, ma che ciononostante ha saputo rapirmi e portarmi via in un mondo magico, insidioso, ma assolutamente avvincente e romantico.
Sto parlando di "LACRIME D'AMETISTA" di Donatella Perullo, primo libro della saga "IL FATO DEGLI DEI".

Titolo: Il fato degli dei - Lacrime d'Ametista
Data di pubblicazione: Novembre 2014
Autrice: Donatella Perullo
Casa Editrice: Butterfly Edizioni
Genere: Fantasy, Romance
Prezzo di copertina: €14,00


LA TRAMA

Ognuno nasce con un fato, quello di Roswita è essere l'unica in grado di fermare la malefica Dea Irmin.
Roswita è un'adolescente volitiva, cresciuta in un bosco, nascosta al mondo da Iosò, una misteriosa anziana che chiama nonna. Trascorre le sue giornate a studiare e a giocare nella natura insieme all'inseparabile Lupa; e non sospetta il perché del suo isolamento. Fin quando un giorno un incontro inaspettato la stravolge... ma lui è il principe Fredric dei Noctiluca, figlio della malefica Irmin. In un susseguirsi di eventi, intrighi, e misteri, Roswita dovrà combattere per il proprio amore e per la salvezza del mondo rinunciando per sempre alla propria innocenza.


L'AUTRICE

È nata a Napoli e oggi vive a Caserta con il marito e la figlia. Ha amato da sempre leggere e raccontare storie e a sedici anni scrisse e illustrò il suo primo romanzo fantasy. A lungo distratta dalla dalla carriera lavorativa e dalla famiglia, torna finalmente alla passione di sempre. I suoi racconti sono apparsi sulla Romance Magazine, sulla Writers magazine e in numerose e prestigiose antologie due delle quali edite da Butterfly Edizioni.
Il fato degli dei - Lacrime d'Ametista è il suo romanzo d'esordio.
Attualmente collabora con Fanucci Editore, con la quale ha già pubblicato un poliziesco intitolato "Il gioco del ragno" e un romance dal titolo "Dolce risveglio".

Gentile e disponibile, ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con lei una sera, chiacchiere dalle quali è emerso che la saga di Lacrime d'Ametista è una trilogia
 già scritta e completa, della quale presto avremo notizie...

LA MIA RECENSIONE

È stato veramente un piacere per me addentrarmi nel magico mondo creato da Donatella, e di questo devo ringraziare Butterfly Edizioni per avermi inviato questo romanzo come regalo per aver stretto una collaborazione insieme.
Come forse si sarà capito dall'ultima frase che ho scritto nel paragrafo sull'autrice, per il momento di Lacrime d'Ametista è disponile solo il primo libro. Questo per me è stato un vero colpo al cuore (da come presto potrete leggere nella mia recensione), ma mi rasserena tantissimo sapere che presto usciranno gli altri.

L'inizio mi ha molto colpito, un prologo un po' complesso, ma che ci fornisce un quadro più completo sul mondo in cui stiamo per addentrarci; un mondo dove convivono tre popoli diversi, ognuno con un proprio re (o regina), quello della razza degli incompleti (o semplicemente esseri umani), quello del popolo di Elidoria (elidoriani), esseri supportati da buoni sentimenti che coabitano con il popolo incompleto per poterlo supportare e aiutare in caso di necessità, e per finire Fomoria (fomoriani), reame oscuro e deviato, abitato da una razza sottomessa.
Il romanzo si apre con la nascita di Roswita, in un epoca in cui la malefica Irmin moglie di re Felmasio di Lampirya aveva dato ordine ai suoi cavalieri ferali di uccidere tutte le primogenite femmine. Questo perché una profezia affermava che sarebbe nata una bambina nell'anno del sole, una primogenita, che avrebbe avuto la capacità di annientarla.
Ma Roswita viene salvata da Iosò, un'anziana donna misteriosa che sa compiere prodigi, che apparve sulla soglia di casa durante la sua nascita. La mamma di Roswita sarebbe morta se nessuno l'avesse aiutata e Iosò le offre il suo aiuto, ma in cambio vuole la bambina per salvarle così la vita. Il marito è subito d'accordo pur di vedere salva sua moglie, così Iosò e la madre della partoriente riescono a portare alla luce la piccola. Dopo un bacio sulla fronte, simbolo dell'amore di sua nonna che Roswita porterà per tutta la vita sotto forma di angioma a forma di cuore, Isosò cancella la memoria di tutti i presenti e fugge via.
Iosò si rivela una donna affettuosa nei confronti della piccola dai particolari occhi color ametista (segno particolare che la contraddistingue), anche se non molto esperta con i bambini, ma riesce comunque ad allevarla con serietà e giudizio, insegnandole tutto ciò che deve sapere per prepararla al suo destino, di cui Roswita ancora non ne è a conoscenza.

Fin qui la premessa si preannuncia molto curiosa, e ciò mi ha spinto a continuare.
Molto interessante è sopratutto il background dell'antagonista, una cattiva di tutto rispetto che rende ancora più entusiasmante il racconto.
Irmin è una donna bellissima, ma dal passato un po' travagliato che l'ha condotta sulla via del male.
Infatti nel mondo narrato da Donatella, ognuno gode del libero arbitrio, potendo scegliere se abbracciare gli ideali di giustizia e bontà d'animo della Scelta, o se accettare ideali corrotti di odio e potere delle Scorie.


Irmin, figlia della regina di Fomoria, era la cugina di Elodìa, figlia della regina di Elidoria, una donna amabile e di buon cuore, entrambe imbattutesi in Felmasio dei Noctiluca figlio del re di Lampirya quando erano ancora adolescenti. Tra Felmasio ed Elodìa fu subito amore e una volta sposati ebbero un figlio dall'animo nobile e gentile di nome Nem, destinato a grandi cose e ad essere amato dal popolo, ma Irmin non poté mai sopportare un simile affronto e una volta deceduta la tanto odiata cugina riuscì a rubare il cuore di Felmasio prendendo il suo posto. Una volta sposati diedero alla luce un bambino di nome Fredric, la cui apparente stabilità e sicurezza risulteranno essere messe a dura prova dal suo animo fragile in balia del pericoloso influsso negativo della madre. Ragion per cui al collo deve sempre portare un ciondolo magico color ametista molto potente, del quale potere nessuno tranne il padre Felmasio sa nulla.

Certamente la storia di Irmin è ben più strutturata e complicata di così, ma diciamo che questa è semplicemente una piccola premessa per presentarvela.


Dal canto suo Felmasio è solo una vittima, un'altra povera marionetta nelle mani della malefica ed immortale Irmin, che infatti col passare degli anni non invecchia mai, nutrendosi e traendo forza dall'odio e dall'infelicità, nonché dalla disperazione, altrui.
Felmasio teme la sua consorte e vorrebbe essere più forte per riuscire a contrastarla, ma Irmin sembra essere sempre un passo avanti a tutti.
Questa è una cosa che emerge molto anche nel corso del racconto, e che contribuisce a rendere il tutto più accattivante ed entusiasmante.


Ma torniamo a Roswita, la quale ormai quattordicenne, inizia a voler scoprire il mondo e a farsi molte domande. Dopotutto chi non se le farebbe alla sua età ritrovandosi isolata dal resto del mondo senza la possibilità di frequentare e parlare con gente della sua età?
Roswita è una ragazza a suo modo forte, sensibile, un po' ribelle com'è normale che sia alla sua età, ma comunque giudiziosa e rispettosa nei confronti di sua nonna e dei suoi insegnamenti.
Valori che rischiano di incrinarsi dopo il suo incontro inaspettato con il bel giovane principe Fredric, di cui lei s'innamora a prima vista paragonandolo al "suo sole".
Anche Fredric rimane quasi folgorato alla vista della giovane, innamorandosene perdutamente.
I due, nonostante una prima diffidenza iniziale da parte di Roswita, la quale non vuol dare un dispiacere e una delusione a sua nonna per averla disobbedita, finiscono col trascorrere diversi pomeriggi vedendosi di nascosto. Il tutto sempre sotto l'occhio vigile di Lupa, un lupo di bosco, la quale non si separa mai da Roswita e la protegge a costo della vita da qualunque insidia. Lupa sembra capire tutto, sembra leggere nei sentimenti dei due giovani e nonostante gli avvertimenti di Iosò, anche Lupa sembra volersi macchiare di complicità nei confronti dei due giovani innamorati.


Frederic era alla ricerca della sua ametista. Non immaginava che l'avrebbe ritrovata negli occhi di quella fanciulla. Si tuffò in quei due laghi placidi e si sentì sommergere, preso in un vortice di emozioni nuove che gli tolse il fiato e il desiderio di tornare in superficie.

Lupa è un personaggio apparentemente poco importante, insospettabile, ma che si rivelerà un personaggio chiave del racconto e che tra l'altro verso la fine è seriamente riuscito a sorprendermi.
Chi come me ha già letto questo romanzo, probabilmente potrà ben capire cosa intendo...
Ho veramente apprezzato l'abilità dell'autrice nel nascondere al lettore dei particolari che poi si rivelano molto importanti e praticamente dei colpi di scena all'intero romanzo.

Altro personaggio che ha destato la mia curiosità è la giovane cenerella di Castel Fiammante (residenza del re di Lampirya), la semplice ed altruista Nivèa.
Cenerella di palazzo dall'età di undici anni, volenterosa e lavorativa, gentile con tutti e segretamente innamorata del principe Nem.
Anch'ella personaggio secondario, che però cadrà vittima di un sortilegio di Irmin (non vi dirò di più), ma che secondo me nei prossimi volumi si renderà protagonista di qualche vicenda determinante.


Un personaggio che ho ammirato è Anacleto, amico di Iosò e Roswita, che ha il potere di leggere la mente, persino quella degli animali. Dettaglio che si rivelerà molto importante nel finale.

Ma il personaggio che ho amato fin dal primo momento è il principe Nem, la sua spensieratezza, il suo animo buono e giusto, le sue paure e le sue insicurezze, ma anche la sua galanteria e il suo savoir-faire.
Nulla da togliere a Fredric, che dal canto suo, mi duole ammetterlo, ha il suo fascino oltre al fatto che si rivelerebbe un tipo piuttosto impulsivo in amore se non fosse il suo codice d'onore principesco a frenarlo (se capite cosa intendo...).

La serenità tra i due giovani innamorati, Roswita e Fredric però non potrà durare a lungo, infatti è proprio dal loro amore che seguiranno vicende che lentamente porteranno, i già precari pilastri della stabilità, a sgretolarsi rischiando di condannare l'intero popolo.
Questo perché il destino di Roswita, o che comunque è stato scelto per lei, in realtà è un altro che lei ancora non conosce, e che sta rischiando di mutare a causa della sua giovane avventatezza sentimentale...


Un punto che ho poco apprezzato, devo ammetterlo, è il tipo d'amore nato tra Roswita e Fredric. Forse troppo scontato. Certamente questa può considerarsi un'opinione molto soggettiva, in quanto io sono il tipo di persona che predilige quei rapporti un po' sofferti, scontrosi, accattivanti e da batticuore, che portano poi al coinvolgimento totale tra i due e ad una passione irrefrenabile.
Danno secondo me quel tocco pepato, che movimenta il rapporto tra due personaggi di un romanzo, che altrimenti inizierebbe a risultare un po' monotono e piatto.
Ma come sempre mi sono poi dovuta ricredere verso il finale, perché l'abile mano dell'autrice ha saputo comunque mantenere alto il livello d'interesse con i molteplici colpi di scena che interessano anche il personaggio di Fredric stesso.

Ci avviamo verso la conclusione di questa recensione.
Dopo la morte "misteriosa" del re di Lampyria Felmasio, la situazione degenera e t
ra un ostacolo e l'altro, e tanta tanta sofferenza, Roswita verrà a conoscenza del suo reale destino e dovrà imparare ad accettarlo se vuole salvare se stessa, il suo amore e il suo popolo.

Il romanzo si conclude in modo del tutto inaspettato, accadono molte cose che fanno restare col fiato sospeso fino all'ultima pagina e con un'antipatia crescente verso Irmin, la cui malvagità non conosce limiti.
Spesso, per questo motivo, mi sono ritrovata ad esclamare: -Non è possibile!-

e non è facile per una come me arrivare a parlare e commentare durante una lettura, deve trattarsi proprio di qualcosa che mi entusiasma davvero tanto.
Mentre, una volta giunta all'ultima pagina, la mia esclamazione è stata più o meno: -No, ti prego! Io devo sapere come va a finire!!-
Ahahahah XD lo so è alquanto comica e imbarazzante come cosa, ma più o meno è andata così.

CONCLUSIONI

Cosa posso aggiungere dunque?
A questo romanzo non credo manchi nulla, l'unico momento in cui ho storto il naso è stato solamente nel leggere del colpo i fulmine immediato tra Roswita e Fredric, nulla di più. Ma sono certa che altre persone potranno tranquillamente apprezzarlo, anche perché in fin dei conti il loro amore è puro e dolce.
L'impatto iniziale è stato molto positivo, Donatella per questo romanzo ha adottato uno stile molto fiabesco, delicato ed incisivo.
Altra nota a favore sono certamente tutti i personaggi (nessuno escluso), i quali si sono rivelati magnificamente strutturati, con una storia ben delineata e ai quali è impossibile non affezionarsi; io per prima, tant'è che un po' già mi mancano.
Il testo è scorrevole, lo stile piacevole e il lessico non troppo complesso e musicale.

Lo consiglierei a chi, come me, ama il genere fantasy romantico, e a chi è alla ricerca di una storia affascinante e coinvolgente.

LA COPERTINA

Da oggi vorrei infatti inglobare nelle recensioni anche un breve sguardo alla copertina dei libri, giusto per concederci il lusso di poter giudicare anche fisicamente un libro nonostante il famoso detto "MAI GIUDICARE UN LIBRO DALLA COPERTINA".

La cover di Lacrime d'Ametista, non mi ha fatto proprio impazzire. A partire dalla foto, che avrei preferito leggermente diversa, anche la disposizione dei testi ha qualcosa che un poco disturba, ma che nel complesso sembra comunque funzionare.

VOTO CONCLUSIVO


PASSION RATE


Voi cosa ne pensate? Lo avete già letto o vorreste leggerlo?

--Nocturnia--

Nessun commento:

Posta un commento